Il senso della scultura. Scultura praticata nel contesto delle dematerializzazioni degli anni Settanta

Caterina Martinelli, M.A.

Questo progetto studia il linguaggio politico della scultura astratta nello spazio pubblico in Italia negli anni Settanta, con particolare attenzione alla produzione iniziale di Mauro Staccioli (1937-2018).
In quegli anni, gli spazi pubblici in Italia furono teatro di agitazioni sociali e violenza politica, offrendo agli artisti terreno fertile per usarli come mezzo di espressione.
Rifiutando la monumentalità modernista, le sculture effimere di Staccioli, in cemento e ferro e spesso distrutte a fine mostra, si confrontano con le tensioni degli anni di piombo, trasformando lo spazio urbano in luogo di confronto con il pubblico non specialista. I suoi interventi si configurano come atti di resistenza che stimolano lo spettatore a riconsiderare il rapporto con il presente. Tuttavia, la natura temporanea di molte opere e l'orientamento formalista di molta storiografia d'arte italiana hanno portato a trascurare la componente ideologica di sinistra, la site-specificity e la materialità del suo lavoro.
Questa ricerca contestualizza la pratica di Staccioli nel quadro storico e sociopolitico dell'Italia degli anni Settanta e colloca il suo lavoro all'interno del discorso scultoreo globale. Attraverso una rilettura della materialità, della site-specificity e dell’ideologia politica della sua scultura, questa ricerca intende evidenziare il ruolo cruciale di Staccioli nella definizione della scultura come forma di intervento politico.

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