Lo spazio sociale nel cinema italiano

Il linguaggio cinematografico è in grado di (ri)costruire in modo puntuale lo spazio sociale, non solo rappresentandolo, ma anche contribuendo attivamente alla sua produzione simbolica. Attraverso scelte estetiche, narrative e formali, il cinema interviene sulle modalità con cui lo spazio viene percepito, abitato, interpretato, prendendo parte ai processi di significazione e strutturazione del quotidiano

Lo spazio sociale, inteso come rete di relazioni, pratiche e gerarchie che definiscono la vita collettiva, trova nel cinema un dispositivo in grado di renderne visibili le tensioni, le trasformazioni, i momenti di crisi o di pacificazione.

Dal Neorealismo fino alle più recenti espressioni contemporanee, il cinema italiano ha sviluppato specifiche strategie di messa in scena della spazialità urbana, attraverso cui è possibile rilevare il tessuto sociale in trasformazione: le fratture sociali, le nuove forme di marginalità, i cambiamenti nelle modalità di abitare, le configurazioni del lavoro e delle appartenenze comunitarie.

Questo campo di tensioni va indagato sulla base degli strumenti analitici sviluppati dalle diverse discipline che si rivolgono allo studio dello spazio sociale — dalla sociologia urbana alla geografia culturale, dalla teoria critica alla fenomenologia dello spazio — e, contestualmente, attraverso l’analisi delle immagini in movimento come fonti privilegiate per comprendere la costruzione e la rappresentazione di uno spazio sociale storicamente determinato. Il cinema, in questo senso, agisce come dispositivo di lettura e di intervento sul reale, capace di articolare immaginari, affetti e politiche dello spazio.

Pubblicazioni

Geografie della migrazione nel cinema italiano. Luoghi e immaginari del transito (Quaderni della Bibliotheca Hertziana, 9), 2022

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