Le Case d’Italia progettate da Clemente Busiri Vici: modelli ed espressioni dell’italianità all’estero durante il Fascismo
Maria Stella Di Trapani, Ph.D.
La ricerca si propone di analizzare e definire la tipologia architettonica della Casa d'Italia all'estero, sinora poco indagata dalla storiografia, concentrandosi sullo studio degli edifici progettati da Clemente Busiri Vici nel corso degli anni Trenta del Novecento. La Casa d'Italia costituiva il luogo privilegiato per la formazione e la trasmissione dei valori di appartenenza del Paese natale negli emigrati ed era, pertanto, caratterizzata da un forte grado di rappresentatività e da una delicata funzione di coesione sociale. La sua architettura contribuiva alla definizione dell'immagine del regime all'estero, pur essendo svincolata dal diretto controllo del PNF – a differenza delle Case del Fascio, edifici monumentali dal ruolo istituzionale parzialmente comparabile – e legata piuttosto alla Direzione Generale degli Italiani all'estero ed alle rappresentanze consolari. L'analisi e la catalogazione dei dodici progetti relativi a ben tre continenti, custoditi presso il Fondo Clemente Busiri Vici dell'Archivio Centrale dello Stato (Case d'Italia progettate in Tunisia, Algeria, Egitto, Grecia, Svizzera, Canada, Brasile, Messico e Bolivia), consentirà di individuare i caratteri peculiari e gli elementi ricorrenti a livello architettonico e decorativo. Lo spoglio sistematico di alcune riviste di settore, unitamente alle ricerche bibliografiche e archivistiche presso l'ACS e l'Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri, permetterà di definire compiutamente la tipologia architettonica in oggetto e di individuare altri esempi di rilievo progettati da differenti professionisti. Comparando i risultati emersi sarà possibile rispondere all'interrogativo circa l'esistenza di un modello univoco o di preferenze funzionali ed estetiche connesse ai relativi contesti culturali. La ricerca, dunque, mira a valorizzare questo corpus pressoché inedito dell'architetto romano e intende contribuire alla comprensione di una tipologia architettonica sinora trascurata. I risultati forniranno nuove chiavi interpretative per comprendere le strategie architettoniche del regime fascista all'estero e offriranno elementi utili per valutare la ricezione attuale da parte delle comunità locali, gli usi istituzionali passati e presenti e le riconfigurazioni successive alla caduta del regime.