Una terra tutta per loro. Artiste italiane nella colonia della Libia
Giulia Beatrice, Ph.D.
Questo progetto indaga la presenza e l’attività delle artiste italiane nella colonia della Libia negli anni Trenta, in particolare durante il governatorato di Italo Balbo (1934–1940). La ricerca si propone di analizzare, in senso più ampio, la condizione delle donne italiane nelle colonie e di esaminare se la distanza dalla madrepatria abbia favorito la creazione di “spazi trasformativi” in cui le regole di genere imposte in patria diventavano più fluide. L’obiettivo principale del progetto è esplorare come questo fenomeno si sia riflesso nella vasta comunità di donne artiste in Libia e come questo “spazio tutto loro” abbia influenzato direttamente la loro produzione artistica.
Pur partendo da una premessa sociologica—il ruolo simbolico, politico e culturale delle donne italiane come coloni nella Libia—l’obiettivo primario della ricerca è esaminare la produzione artistica e le opere realizzate dalle donne. Attraverso quattro casi di studio—decorazione murale; scuole, laboratori e atelier; mostre; e l’establishment coloniale di Tripoli—il progetto intende rispondere alle seguenti domande: in che modo l’esperienza coloniale ha influenzato l’arte delle donne? Questa esperienza ha portato a un allontanamento dall’estetica tradizionale del Fascismo italiano, fortemente connotata in termini di genere e normativa per le donne?
Inoltre, come si sono confrontate le artiste con l’arte coloniale, prevalentemente prodotta da una prospettiva maschile e spesso caratterizzata dall’esotizzazione e dall’eroticizzazione dello sguardo orientalista? Le artiste hanno fatto loro o rifiutato tali rappresentazioni?
Attraverso questa ricerca, intendo verificare se lo sguardo femminile abbia generato opere differenti rispetto al discorso maschile predominante sull’arte coloniale, offrendo nuove chiavi di lettura sia sull’arte prodotta nelle colonie sia sui modi in cui l’“esperienza africana” è stata interpretata e rielaborata dalle artiste.