Esporre le Evidentia nelle polemiche francescane tra Italia e Fiandre: le "Icones Antiquae" di Carlo di Arenberg e Gillis Backereel (circa 1660)

Eelco Nagelsmit, Ph.D.

Questo progetto esplora l'uso nel XVII secolo della citazione di opere d'arte più antiche come "prova storica". In particolare, si concentra sul mecenatismo e sulla funzione di una serie di dipinti di santi francescani in paesaggi, dipinti intorno al 1660 dal pittore fiammingo Gillis Backereel e commissionati dall'eminente frate cappuccino Carolus van Arenberg. Un tempo adornavano le pareti della chiesa dei Cappuccini di Bruxelles; le figure di santi a grandezza naturale erano copie di opere d'arte del XIII e XIV secolo provenienti da tutta Europa, in particolare dall'Italia. Questo progetto si propone di comprendere questo ritorno seicentesco ai modelli medievali, collocandolo nel contesto delle polemiche intra-francescane su diversi media e chiarindone la funzione come strategia per esibire l'evidentia, un concetto retorico, filosofico e poetico classico, inteso all'inizio dell'età moderna come evidenza: chiarezza al di là di ogni dubbio. Come si può collocare nel contesto dell'emergere dell'empirismo e della critica storica, e della simultanea continuità di credito attribuita a miracoli, visioni, ecc. come "prove"? Durante la mia permanenza alla Biblioteca Hertziana, mi propongo di chiarire il ruolo di queste opere d'arte e immagini nell'articolazione della posizione dotta di padre Carlo, nel contesto della sua più ampia importanza per la missione cappuccina e la Riforma cattolica in generale, nonché per la storia della conoscenza.

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