Preistory on Display: il tempo profondo e la costruzione ideologica dell'identità fascista attraverso le arti e la cultura visuale

Valentina Bartalesi, Ph.D.

La presente ricerca si propone di indagare le modalità di ricezione e risemantizzazione ideologica dell’arte e della cultura materiale preistorica in ambito fascista. Obiettivo dell’indagine è quello di interrogare la portata di tale riconfigurazione, cercando di comporre un primo regesto di immagini, esposizioni e sperimentazioni artistiche in grado di testimoniare tale storia, in parte ancora latente, penetrandone il sostrato politico-culturale.

Come dimostrato dai più recenti studi dedicati alla storiografia della preistoria dall’età moderna a quella contemporanea, il tempo profondo è stato oggetto di un processo di narrazione straordinariamente stratificato: un processo caratterizzato da specifiche istanze culturali, politiche e nazionali, aventi spesso connotazioni apertamente nazionalistiche, soprattutto all’interno di una cornice eurocentrica.

Prendendo le mosse da una consolidata letteratura critica sulle relazioni tra fascismo e preistoria, il progetto si incardina su una serie di interrogativi, tra i quali figurano: secondo quali principi e canoni i manufatti attribuibili alla cosiddetta “arte preistorica” furono selezionati ed esposti durante il periodo fascista? In quali contesti ebbero luogo tali esposizioni? In che misura queste ultime risentirono delle coeve teorie nazionalistiche e parascientifiche sulle origini, del tutto pretestuali, della razza italica? Quale ruolo ebbe l’attività di artiste e artisti in tale cornice di narrazione propagandistica  e, soprattutto, di resistenza alla medesima?

Adottando un approccio filologico-documentario, sensibile agli strumenti offerti dagli studi di cultura visuale, questo studio mira a delineare una storia per immagini della suddetta riconfigurazione, stressandone la dimensione interdisciplinare e non esclusivamente storico-artistica.

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